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Le menti rilassate sono più creative



Menti rilassate sono più creative


Quale modo migliore di coinvolgere i dipendenti se non quello di proporre attività di loro interesse che in più hanno l’obiettivo di rilassarli? Anche in Italia le imprese più illuminate stanno iniziando a sintonizzarsi su questa lunghezza d’onda e ad apprezzarne i benefici. Non a caso Wellbeing@work è una start up che da un anno si occupa di benessere in azienda offrendo alle imprese un pacchetto di corsi ampio e variegato che va dal tango argentino, allo yoga passando al tai chi chuan, fino alle sedute individuali di counselling e coaching. “In questo settore operiamo dal 2003, ma da un anno abbiamo deciso di rivolgerci anche alle imprese”, spiega Claudio Lastore che ha fondato la società. “L’impresa non è delle più facili”, ammette Simonetta Lavorati, Co-fondatrice del progetto, “perché le aziende italiane stanno iniziando solo ora ad aprirsi alla formazione psicologica”: “Purtroppo nel nostro Paese l’intervento dello psicologo è sempre stato visto con diffidenza, perché molti lo collegano alla malattia. Invece è utile comprendere che l’essere umano è in crescita continua e accompagnare le persone nel loro processo di evoluzione è vantaggioso per il business dell’impresa”.


Specie in questo periodo, dove le riorganizzazioni e le ristrutturazioni aziendali sono all’ordine del giorno con ripercussioni inevitabili sull’equilibrio dei dipendenti. “La tensione spesso porta a contrapposizioni che minacciano l’armonia degli ambienti di lavoro”, precisa Lavorati, “e offrire gli strumenti per gestire le emozioni non può che essere un bene per il futuro delle imprese”. I mezzi a disposizione per raggiungere questo obiettivo sono diversi, così come lo sono gli esseri umani tra di loro. C’è chi apprezza un corso di biodanza, chi uno di rilassamento, chi invece opta per un percorso di counselling, spesso per gestire conflitti sul luogo di lavoro.


“Attualmente le imprese ci chiedono molto corsi di yoga, tai chi chuan e i massaggi”, dice Lastore. “Sono tutte attività di integrazione corpo-mente da praticare durante la pausa pranzo o dopo l’orario di ufficio all’interno della struttura lavorativa, realizzando una sorta di team building permanente”.


Il coaching, invece, è richiesto prevalentemente dai manager allo scopo di definire e realizzare specifici obiettivi di performance aziendale. “La tensione psicologica dovuta alle molte pressioni che queste figure hanno in azienda, spesso determina un blocco delle risorse creative”, incalza Lavorati. “Con il counselling e il coaching cerchiamo di sbloccarli e trovare soluzioni a problemi partendo prima di tutto da un rilassamento della mente, perché una mente rilassata è più creativa. Procedendo poi verso un obiettivo che si vuole raggiungere”. E i risultati sono misurabili scientificamente. “Tra i nostri partner figura anche CFI Group, Istituto di ricerche marketing, in grado di monitorare il gradimento dei programmi offerti ai dipendenti e anche il cambiamento di clima aziendale dopo un percorso di benessere”, conclude Lavorati.


E per i più scettici è possibile anche fare analisi proiettive. I costi di servizi di questo genere? “Non sono alti”, assicura Lastore. In più Wellbeing@work offre alle aziende consulenza per partecipare al progetto Whp (Workplace health promotion), organizzato dalla Regione Lombardia, partecipando al quale l’azienda può godere anche di vantaggi fiscali e assicurativi.

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